‘Le intermittenze della morte’ di Saramago o l’umanità della morte

Cosa succederebbe se un giorno la morte smettesse di fare il suo lavoro?
È quello che accade nel Paese descritto da Saramago, ne ‘Le intermittenze della morte’ quando, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre tutti gli uomini in fin di vita rimangono sospesi in una sorta di limbo. Immediatamente si scatena il caos: le agenzie di pompe funebri sono disperate, il clero vede sgretolarsi le sue fondamenta, i malati iniziano ad accumularsi lungo i corridoi degli ospedali. Per sette mesi gli uomini godono di una deroga alla loro costitutiva mortalità, fino a quando una lettera viola compare nell’ufficio del direttore generale della televisione. A scriverla è la morte stessa: a breve ricomincerà il suo lavoro, avvisando i malcapitati con una missiva, cosicché abbiano una settimana di tempo per poter lasciare i propri cari, sistemare il testamento, occuparsi delle questioni irrisolte e prender commiato dal mondo in maniera serena.

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